Poche località, come Esino, sono in grado di offrire stupendi punti panoramici sul lago, sulle Grigne, sulla Valsassina, spaziando verso gli orizzonti più lontani della catena alpina e della Brianza, con tante prospettive diverse ma uniche nella loro spettacolarità. Così, da altri punti panoramici dell’incantevole territorio lariano si scorgono le bellezze di questo paese, adagiato nella morena dell’antico ghiacciaio, ai piedi del versante settentrionale della Grigna.

Le tonalità dei colori, nelle diverse stagioni, attingono alla ricca e variegata tavolozza di un pittore intento a rappresentare questi poetici paesaggi.

L’occhio attento dell’escursionista appassionato può cogliere le multiformi sfaccettature del territorio: l’aspetto geologico nei suoi caratteri fondamentali, i segni delle glaciazioni, le molteplici specie vegetative, il volteggiare di una coppia di falchi, la comparsa improvvisa di un capriolo e per i più fortunati il grido dell’aquila maestosa che disegna nel cielo ampie traiettorie prima di scendere in picchiata sulla malcapitata preda.

Ai segni della natura si aggiungono quelli lasciati dall’uomo, taluni scomparsi e solo immaginabili, altri ancora visibili, tracce di un antico passato che raccontano visivamente la storia delle nostre comunità: i nuclei degli insediamenti abitativi, il sistema viario, le fortificazioni a presidio del territorio, i boschi e i pascoli nelle loro mutazioni dei tempi, gli appezzamenti a coltivo, le fonti e i ruscelli e gli antichi mulini, le chiese e gli oratori, le cappelle sui monti a testimonianza di una fede orientata da un rigoroso timor di Dio.

Allora l’escursionista potrà unire al piacere della passeggiata il fascino di un percorso nella storia, assaporando le sensazioni della visita di un museo, ripercorrendo nel tempo le vie, le fatiche, le ansie dei nostri antecessori. Chissà se allora la bellezza di un paesaggio trovava posto nelle sensazioni dei viandanti, più preoccupati del lungo cammino da percorrere, dalle fatiche dei pesi da portare, dall’inclemenza del tempo, dal rischio di cattivi incontri. Oggi camminare queste strade di un tempo, ripercorrere gli antichi sentieri fa parte della dimensione dello star bene, dello svago, del piacere, tutt’altre emozioni, sensazioni, preoccupazioni quelle sentite dai nostri predecessori che lungo questi itinerari vissero parte della loro esistenza.